Martedì 4 dicembre 2018, matinée
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
Santibriganti Teatro presenta
YoYo PIEDERUOTA
con Eva Maria Cischino e Marco Ferrero
voce Valentina Aicardi
luci Nicola Rosboch
scene Marco Ferrero
collaborazione Renato Cavallero
consulenza coreografica Marilena Goria
aiuto regia e suoni Valentina Aicardi
ideazione e regia Maurizio Bàbuin
produzione
Santibriganti Teatro
Ingresso riservato alle scuole
LO SPETTACOLO
È la storia di Giovanni e di Giorgia.
Ci diverte e ci emoziona.
Lui, Giovanni, da tutti chiamato Yo: troppo alto e con due grandi piedi per correre.
Lei, Giorgia, da tutti chiamata Yo: troppo arrabbiata e con due grandi ruote per forza.
C’è un cortile asfaltato, c’è un canestro mezzo scassato e un quartiere di una città.
C’è una stanza, c’è una lavagna e la scuola di una città.
Poi c’è la stanzetta di YoGiorgia con le sue cose e i suoi pensieri.
Poi ancora c’è la stanzetta di YoGiovanni, anche lui con tutte le sue cose e tutti i suoi pensieri.
A entrambi piacciono le robe che rotolano o saltano: tipo i sassi che ruzzolano giù da una montagna, i canguri coi loro salti, le ruote, un paio di scarpe sportive… una palla. Di qualsiasi genere. E tutto quel che si può trovare per buttarla dentro: cestino a scuola, bidone per strada, un canestro attaccato a un muro.
Prima di incontrarsi erano un po’ più soli.
Yo lui, troppo alto, chi ci arriva a parlargli fin lassù? E poi se ci arrivi non ti parla: un orso.
Yo lei, troppo arrabbiata. Anche perché prima non era così, sopra una sedia a rotelle, era come gli altri: normale…
YoGiovanni probabilmente vive con i suoi genitori in quella città e in quel quartiere da sempre.
YoGiorgia ci è arrivata da poco tempo.
Non c’è molto che possa aiutarli a farli diventare amici, se non quella palla che si butta dentro un canestro e poco altro. Ma a volte, si sa, basta proprio quel poco altro per fare accadere tanto.
IL PROGETTO
Il progetto YoYo piederuota, nasce dal desiderio di raccontare la disabilità che incontra l’abilità; in questo caso abilità intesa sia nell’accezione di normodotati sia nella capacità di rendere abile e quindi speciale un corpo nel compimento di un atto fisico performativo come potrebbe essere in questo caso uno sport: il basket. Il tutto attraverso gli sguardi, gli incontri e gli scontri di quelli che possiamo definire due bambini, ma anche un po’ animaletti, per come, anche attraverso il puro istinto, mettono attenzione all’uso e alla scoperta del corpo: sia corpo libero da impedimenti che corpo impedito nella libertà delle azioni.
È la scoperta e l’accettazione di se stessi e conseguentemente dell’altro. Di tutti gli altri. Sarà probabilmente una strada faticosa e piena di difficoltà e che durerà tutta una vita. YoGiorgia e YoGiovanni ci stanno provando. Intanto crescono.
Lo spettacolo desidera innanzitutto andare alla ricerca di una leggerezza che riteniamo fondamentale per raccontare una storia come questa. I sorrisi e le risate dei bambini che assisteranno allo spettacolo sono uno degli obiettivi che ci siamo posti, così come la possibilità di emozionarli su aspetti che sentiamo sensibili in loro, come la competizione, l’amicizia tra maschio e femmina, il bisogno di omologazione piuttosto che la diversità come risorsa.
Le parole saranno limitate e non faranno parte di un vero e proprio testo, ma anche loro saranno inserite nella partitura drammaturgica con una funzione più vicina a quella che potranno avere i suoni, le musiche e le azioni. Ma innanzitutto racconteremo una storia: che è ciò che i bambini non si stancano mai di vedere e ascoltare.
(Santibriganti Teatro)